Popillia japonica, o scarabeo giapponese, è un coleottero appartenente alla famiglia Scarabaeidae, originario del Giappone. Misura 8‑11 mm e si distingue per il dorso verde‑metallizzato con elitre ramate e bande di peluria bianca ai lati dell’addome.
Inserita tra le 20 specie invasive più pericolose in Europa, è altamente polifaga, nutrendosi di oltre 300 specie vegetali tra cui alberi da frutto, colture agricole e piante ornamentali.
Ciclo biologico e danni causati
Il ciclo vitale è annuale (alcune popolazioni impiegano due anni in climi freddi) e si compone di quattro stadi: uovo, larva, pupa, adulto.
- Uova: deposte in estate, a 5–10 cm di profondità; ogni femmina depone 40–60 uova.
- Larve: bianche a forma di 'C', si nutrono delle radici per tutto l’inverno fino a primavera, svernando in terreno profondo.
- Pupe: la trasformazione avviene in primavera, in prossimità della superficie.
- Adulti: emergono tra maggio e luglio (picco attività giugno-luglio), vivendo 30‑45 giorni decorso da 9 fino a oltre 100 giorni a seconda della temperatura.
Danni:
- Larve: distruzione del tappeto erboso e delle radici, riducendo l’assorbimento d’acqua.
- Adulti: defogliazione fogliare, danneggiamento di fiori e frutti con effetto scheletrizzazione sulla pagina fogliare.
Monitoraggio e riconoscimento
- Trappole feromoniche: utili per il monitoraggio; attirano maschi e femmine ma possono sovrastimare la presenza locale, dato che l’insetto vola fino a 10 km.
- Campionamenti del terreno: per valutare densità larvale si scava a quadrati di 20 × 20 cm in zone con vegetazione danneggiata. Densità >90 larve/m² richiede trattamenti.
Strategie di controllo integrate
🧪 Controllo chimico
- Adulti: piretroidi (tetrametrina, deltametrina, tau-fluvalinate), neonicotinoidi (acetamiprid), diamidi (chlorantraniliprole).
- Larve: chlorantraniliprole o insetticidi soil systemic come imidacloprid.
🛡️ Misure fisiche
- Rimozione manuale (specialmente al mattino, quando sono meno attivi) in acqua saponata.
- Reti protettive su piante di alto valore durante i picchi di volo.
🎯 Trappole e attrattivi
- Sistemi sperimentali “attract and kill”: reti impregnate di piretroide con cibo-feromone sul telaio, con risultati positivi.
- Tradizionali trappole per catture per monitoraggio, non efficaci se usate per eradicazione.
🌱 Controllo ambientale e biologico
- Ridurre irrigazioni durante picchi ovodeposizione per limitare il sito larvale.
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Biocontrollo:
- Nematodi entomopatogeni (es. Steinernema kushidai, S. glaseri, Heterorhabditis bacteriophora) attivano agenti patogeni larvali.
- Vespe parassite (Tiphia vernalis, Tiphia popilliavora, Istocheta aldrichi) hanno mostrato efficacia, ma la loro introduzione in Italia è ancora in sperimentazione.
- Funghi entomopatogeni e Bacillus thuringiensis offrono risultati parziali.
🌳 Ristrutturazione dell’ambiente
- Piantare specie resistenti per rendere l’habitat meno ospitale (es. Acer rubrum, Buxus sempervirens, Quercus rubrum).
- Mantenere piante in salute ed eliminare frutti caduti o in decomposizione per ridurre l’attrattività dell’area.
Situazione attuale in Italia
- La specie è presente da un primo insediamento nel 2014 lungo il fiume Ticino (Lombardia e Piemonte); si espande di circa 10 km/anno.
- Segnalazioni diffuse in Piemonte (es. Alessandria, Asti), Lombardia (Como, Bernareggio), e recentemente anche nei frutteti di Brescia.
- Le autorità fitosanitarie hanno installato trappole “attract and kill” per monitoraggio, ma ne sconsigliano l’uso fai-da-te in giardini privati.
🔍 Conclusioni
Il controllo efficace della Popillia japonica richiede un approccio integrato: monitoraggio, trappole mirate, trattamenti chimici selettivi, misure meccaniche, biocontrollo e gestione ambientale. Si raccomanda cautela nell’uso non professionale delle trappole e di rivolgersi agli enti fitosanitari locali per strategie personalizzate.